La terza edizione del laboratorio di Potenziamento Cognitivo e Montagnaterapia si è svolto nella splendida cornice del rifugio Alpe Madre, a due passi dal Col Moschin, su i colli alti del Monte Grappa.
Il tema del laboratorio è stato la Prima Guerra Mondiale. I 5 ragazzi coinvolti sono stati guidati da 3 operatori dell’ associazione e da un esperto di Montagnaterapia, in un percorso di avvicinamento alla Grande Guerra e ai suoi protagonisti.
Ciascun ragazzo, dopo un lavoro di gruppo relativo alle principali fasi della guerra, realizzato utilizzando materiali fotografici, un planisfero e diversi testi monografici, ha raccolto e organizzato nel proprio quaderno gli appunti e il materiale iconografico allo scopo di fissare le fasi salienti del conflitto.
Dopo un’ottima cena tipica, la compagnia si è avviata verso la camerata del rifugio per riposare e prepararsi alla giornata successiva.
Al mattino, dopo colazione, i ragazzi hanno accolto Claudio Zen, appassionato conoscitore della Grande guerra e volontario dell’Associazione 4 novembre di Schio, che ha fatto loro da guida per tutta la giornata.
Dopo aver mostrato armi e pubblicazioni dell’epoca, fatto toccare con mano e perfino indossare alcuni capi originali vecchi di un secolo, Claudio ha accompagnato i ragazzi verso la seconda linea di difesa, predisposta dopo campo Solagna per bloccare l’avanzata austriaca.
Claudio ha raccontato ai ragazzi come i siti, che oggi sono visitabili e ben conservati, siano in realtà frutto di un lungo e faticoso lavoro portato avanti da molti volontari che, negli ultimi decenni, si sono adoperati per recuperare e far conoscere i luoghi e i fatti accaduti sul Monte Grappa.
Ingegneria e storie di guerra, episodi di violenza, macchine costruite per uccidere: ascoltare questi racconti sul posto, vedere dove i soldati andavano a dormire, attraversare con le pile in fronte le gallerie di protezione scavate nella roccia, fa indubbiamente un altro effetto rispetto a leggere la storia sui libri, e ha permesso ai ragazzi di imparare sperimentando e di fissare le informazioni attraverso un’esperienza concreta vissuta e condivisa.